Dottoressa ho la pancia sempre gonfia, a volte mi sembra di aver ingoiato un melone. E’ imbarazzante! Amici o conoscenti che non mi vedono da tempo, mi fanno le congratulazioni per la mia gravidanza. Peccato che io non sia incinta e di fronte a queste frasi divento paonazza e non so come giustificarmi. Sento un forte disagio  anche quando sono circondata da donne magre e longilinee. Ho paura a mostrarmi, al mare non tolgo mai il pareo ed anche nell’intimità, preferisco farlo a luci spente perché provo imbarazzo per il mio corpo. Ma non è solo un problema estetico, le mie feci non sono buone. Passo dalla stitichezza alla diarrea e spesso sono molto maleodoranti. Dopo il pasto mi sento subito gonfia, spesso ho sonnolenza e mi sazio in fretta. Ho molto meteorismo e flatulenze. Le flatulenze sono frequenti e quando esco ho sempre paura di non riuscire a controllarle e di fare una brutta figura, soprattutto se sono in un luogo chiuso. Questo limita molto la mia vita sociale ed ho ridotto le uscite con gli amici a malincuore.”

Questa è ciò che mi ha confidato Laura durante il nostro incontro. Come lei, tante donne mi riferiscono problematiche molto simili che hanno un impatto sociale oltre che psicologico e fisico.

Il gonfiore addominale è un sintomo molto frequente che può avere diverse cause, alcune transitorie ed altre croniche.

Le cause transitorie possono essere l’ovulazione che precede il mestruo, una cattiva masticazione, una cattiva digestione (pasti troppo elaborati e porzioni abbondanti) o un’alimentazione troppo ricca in carboidrati raffinati (pasta, pane, biscotti, dolci etc). Tutto ciò può portare a gonfiori occasionali o periodici.

Ben diverso è un gonfiore che ti accompagna ogni giorno come un compagno di viaggio indesiderato che non riesci in nessun modo a mandar via.

Questa tipologia di gonfiore si accompagna anche ad altri sintomi quali un alvo irregolare, difficoltà digestive, dolori all’addome o coliche, calo dell’attenzione, flatulenza, spossatezza.

Nel caso di Laura, in fatti, le cause sono tutt’altro che transitorie ma le definirei di natura cronica. Per poter risolvere definitivamente il problema bisogna in primo luogo capire nello specifico quali sono gli stimoli negativi che hanno determinato la sua insorgenza.


Analizziamo insieme le cause per arrivare alla soluzione

 Prima di parlarti della soluzione è necessario approfondire altri fattori. Spesso sottovalutiamo l’impatto che determinate situazioni o sostanze o alimenti hanno sul nostro corpo. In particolare  dovresti chiederti quanti degli elementi indicati di seguito, appartengono alla tua vita e da quanto tempo ne fanno parte.

– Uso di farmaci in particolare l’uso frequente di antibiotici, antinfiammatori, inibitori della pompa protonica;

– Il tipo di alimentazione che segui da tempo: povera di fibre, ricca in zuccheri e carboidrati, un consumo eccessivo di cibi pronti e grassi industriali, abuso di carne, abuso di alcolici e caffè;

-La presenza di un intolleranza al nichel piuttosto che al glutine o al lattosio o di allergie alimentari;

– Lo stress psicologico o sociale, il vivere ciclicamente eventi o situazioni per te ritenute stressanti: l’assistenza continua ad un tuo caro o familiare,  un lavoro che non ti gratifica, un rapporto di coppia insoddisfacente, una relazione affettiva che ti carica di preoccupazioni. O anche stress fisici legati ad un’infezione o ad un intervento chirurgico o ad intensa attività fisica. L’ansia e la difficoltà nel gestirla e tenerla a bada;

Infezioni batteriche o virali, che hanno tenuto in allerta per un tempo lungo il tuo sistema  immunitario;

– uno stile di vita sedentario e il fumo;

– La familiarità o predisposizione genetica a sviluppare determinate patologie infiammatori/autoimmuni (celiachia, Lupus, diabete 1, tiroidite, artrite etc)

 

 

Una combinazione frequente è: alimentazione troppo ricca in carboidrati, zuccheri e carne, uno stile di vita sedentario e la presenza di stressor psicologici di lunga data. Un mix perfetto per far esplodere la bomba.

Troppo spesso invece si dà la colpa a fantomatiche intolleranze alimentari e si spendono soldi inutili per test non diagnostici.

Sono 3 le intolleranze che possono essere diagnosticate con test specifici: allergia al nichel, intolleranza al lattosio e allergia al glutine. Ma solo lo 0,34% della popolazione Italiana soffre di celiachia (intolleranza al glutine), il 50% della popolazione Italiana presenta di intolleranza al lattosio e il 32% della popolazione ha allergia al nichel. La prima cosa da fare è valutare se escludere una delle 3 intolleranze attraverso test specifici (cosa ben diversa dal fare il test per le intolleranze). Ma se  hai reazioni avverse a più alimenti, vuol dire che sotto ci sono più cause.

Ma sotto dove?

E’ il corpo a comunicartelo e il gonfiore che accusi a livello della pancia ti indica che il problema è a livello intestinale. E’ all’intestino che è affidata la funzione digestiva degli alimenti e la “funzione barriera” essendo sede del nostro sistema immunitario e culla del microbiota intestinale. La sua funzione digestiva subisce dei contraccolpi se viene meno l’equilibrio nel microbiota intestinale e la funzione barriera.

In condizioni normali puoi immaginare il tuo intestino come un quartiere felice, con strade pulite e fiori sui balconi delle case. Un quartiere abitato da batteri, virus e funghi che vivono tra di loro in armonia, c’è una gerarchia sociale e i batteri buoni sono quelli che gestiscono e controllano il quartiere tenendo a bada la microcriminalità (funghi, virus e batteri patogeni).Ma quando l’intestino subisce per tempi prolungati contraccolpi legati ad uno stile di vita sedentario, fumo, cattive abitudini alimentari, stress continuo o uso frequente di farmaci (aggiungici anche una predisposizione genetica), il quartiere felice pian piano si trasformerà cadendo nel degrado fino a trasformarsi in un quartiere di Bagdad sotto i bombardamenti e la malavita prenderà il sopravvento. Le specie patogene si alimentano di zuccheri ed hanno un metabolismo diverso dai batteri buoni, producendo sostanze di scarto gassose come: idrogeno,  metano e anidride carbonica.

 Adesso capisci da dove deriva il tuo gonfiore e la tua flatulenza?

 Per risolvere e spegnere l’infiammazione instauratasi a livello intestinale, non è sufficiente seguire una qualunque dieta. Per una risoluzione definitiva è necessario individuare le cause che hanno innescato l’infiammazione, lavorarci su per far si che non siano più un fattore di mantenimento e contemporaneamente  individuare gli alimenti più idonei a spegnere l’infiammazione in corso e a riparare la parete intestinale.

Tra i fattori esterni, lo stress e l’alimentazione giocano un ruolo chiave.

Uno stress fisico, psicologico, biologico (infezioni) o chimico (xenobionti, metalli pesanti, inquinanti ambientali) prolungato, conduce ad una continua produzione di cortisolo. Un’alimentazione sbilanciata verso gli zuccheri ed i carboidrati raffinati, la  scarsa introduzione di fibre attraverso verdure e cereali in chicco, l’abuso di cibi pronti e confezionati, spinge verso la produzione di insulina e l’introduzione di quantità eccessive di omega-6.

Cortisolo, insulina e omega 6 hanno un’azione infiammatoria sul nostro organismo e contribuiscono a creare scompiglio nel nostro microbiota.

Cortisolo è l’ormone dello stress perché i suoi livelli aumentano in risposta ad uno stress psico- fisico. Quando la sua produzione aumenta, il corpo tende a bloccare le funzioni corporee non indispensabili per dare il massimo supporto agli organi più impegnati a far fronte allo stress. Alcuni esempi: il cortisolo sale dopo uno sforzo fisico prolungato, dopo un intervento chirurgico, quando dobbiamo consegnare un lavoro importante in poco tempo o se dobbiamo prepararci per un’esame universitario. Insomma aumenta ogni qual volta ci troviamo a provare ansia o preoccupazione per qualcosa/qualcuno o quando dobbiamo svolgere un’azione in tempi ristretti. Questo meccanismo è del tutto normale ed è sotto controllo quando lo “stress” a cui siamo sottoposti ha una durata breve. Il problema nasce quando lo stressor sembra non avere mai una fine e si trascina per mesi ed anni. La continua produzione di cortisolo inizierà ad avere delle ripercussioni sul nostro stato psico-fisico: sonno disturbato/insonnia, stanchezza, desiderio di mangiare zuccheri o carboidrati per sentirsi più energica, disturbi dell’umore, gonfiore, ritenzione di liquidi, aumento di peso, disturbi intestinali.

Insulina è un’ormone prodotto in seguito all’ingestione di un pasto contenente carboidrati. E’ fondamentale la composizione del pasto. Un pasto ricco di carboidrati soprattutto se raffinati (pasta, pane, focaccie, pizza, crackers etc), farà alzare l’insulina molto più velocemente rispetto ad un pasto contenente anche fibre, grassi e proteine. Ad esempio una colazione con latte magro e biscotti, farà produrre al corpo molta più insulina rispetto ad una colazione con pane ai cereali, uova e frutta secca.  Per ridurre l’infiammazione è fondamentale evitare i picchi insulinici nell’arco delle 24h, quindi avere pasti ben bilanciati. Inoltre lo stesso cortisolo alto stimola un’aumentata produzione di insulina. Da ciò dipende il continuo desiderio di mangiare carboidrati e l’accumulo di adipe sulla pancia.

L’introduzione di alimenti troppo raffinati (pasta, pane, biscotti, barrette, dolcificanti), oltre a stimolare la produzione di insulina, fornirà nutrimento per la flora batterica patogena che userà gli zuccheri per aumentare in numero e in contemporanea produrrà gas come sostanze di scarto (gonfiore, flatulenza, meteorismo). Un’alimentazione priva di fibre (verdure e cereali integrali) affamerà la flora batterica sana. Si crea l’innesco per l’infiammazione intestinale che se si protrae a lungo, può dar vita a disbiosi intestinale , leaky gut, SIBO.

Da anni si parla di asse intestino- cervello e dell’intestino come secondo cervello. E’ chiaro il collegamento tra disturbi intestinali e disturbi dell’umore. Un’infiammazione intestinale si manifesterà con gonfiore, intolleranze alimentari, flatulenza, stitichezza o feci molli ma si manifesterà anche con depressione, sbalzi d’umore, irritabilità e bassa tolleranza allo stress.

Omega 6 sono grassi polinsaturi essenziali, non siamo in grado di produrli ma dobbiamo assumerli con glia alimenti. Tuttavia una carenza da omega 6 è davvero improbabile poiché tantissimi alimenti li contengono. Il problema è che non tutti gli omega 6 sono buoni. Sono buoni quelli contenuti nei semi (lino, girasole, zucca..), nella frutta secca (noci, mandorle, nocciole..) e nei cereali in chicco (orzo, farro, riso…). Sono cattivi quelli contenuti negli grassi industriali (olio di girasole, di arachidi di soia, di palma, margarine….), nei prodotti confezionati  contenenti questi grassi tra gli ingredienti e il grasso degli animali allevati in modo intensivo. Un altro fattore da considerare è il rapporto omega3/omega 6.  Se il rapporto è troppo sbilanciato verso gli omega 6, il risultato sarà un maggior grado di infiammazione. Ciò può dipendere o da un’eccessiva introduzione di alimenti ricchi in omega 6 o da una ridotta introduzione di alimenti ricchi in omega 3. Esistono fonti vegetali  (alghe e semi di lino) ed animali (consumo di pesce e mammiferi marini) di omega 3. Le fonti vegetali, purtroppo hanno una ridotta biodisponibilità, mentre gli omega 3 animali sono termolabili e quindi a temperature di cottura troppo elevate si deteriorano.

La dieta antinfiammatoria:

5 passi da compiere

Siamo arrivati al momento dei consigli. A questo punto dell’articolo, avrai capito che le cause dei tuoi sintomi non sono da ricercare solo nell’alimentazione, ma anche in una serie di fattori passati e/o presenti che da un lato,  hanno spinto il corpo a produrre sostanze infiammatorie dall’altro hanno causato una rottura degli equilibri fra gli abitanti del tuo intestino innescando l’infiammazione.

L’intervento non può riguardare solo l’alimentazione ma deve abbracciare un po’ tutte le cause.

Analizziamo insieme i 5 punti fondamentali, da modificare per riuscire ad avere un miglioramento dei propri sintomi.

  • Stile di vita sedentario: se passi molto tempo seduta o  per lavoro o per pigrizia, inizia a modificare gradualmente le tue abitudini. Parcheggia l’auto più lontano dal luogo di lavoro in modo da inserire una piccola passeggiata per raggiungere il lavoro o qualunque altro posto. Fai le scale quando puoi e non prendere l’ascensore. Se hai un giardino o un terrazzo, dedicati al giardinaggio. 1 o 2 volte a settimana abbina uno sport più intenso (una lunga passeggiata, un’ora di nuoto, un’ora di bici, attività in palestra…). Magari te lo sei sentito dire spesso che modificare lo stile di vita è importante ma trovi sempre una scusa per rimandare l’evento. Sappi che noterai i benefici in pochi giorni. Se soffri di stitichezza, l’attività fisica ti aiuterà a regolarizzare le tue evacuazioni, se soffri di ansia e tono basso, ti aiuterà a migliorare il tuo umore. L’attività fisica ottimizza la risposta allo stress, regola i livelli di glucosio e aumenta i livelli dei neurotrasmettitori che regolano l’umore. Non devi strafare o per forza iscriverti in palestra. Sarà sufficiente fare qualcosa che ti viene più facile (bici, passeggiate, escursioni, yoga, pilates etc)
  • Riduci il consumo di alcool e fumo e caffè: è facile eccedere un po’ con gli alcolici senza dover necessariamente avere una dipendenza. Oggi sono spesso  utilizzati come valvola di sfogo e come spezza fame. Apparentemente ci rilassano e ci permettono di staccare la spina ma hanno delle conseguenze che devi conoscere. L’alcool ha effetto sulla composizione del microbiota, provocando anche endotossinemia, favorendo la permeabilità intestinale, senza contare gli effetti tossici che ha sugli altri organi, fegato in primis. Il fumo promuove le infezioni,  promuove lo sviluppo di allergie, favorisce lo stress ossidativo, promuove la produzione di citochine infiammatorie e riduce l’assorbimento di Vit C, un potente antiossidante, esponendoci maggiormente al progredire dell’infiammazione. Il caffè causa insonnia e stimola le ghiandole surrenali a produrre cortisolo, stimola la produzione di gastrina a livello gastrico contribuendo al reflusso e accelerando il transito intestinale. Inoltre stimola la produzione di bile, per questi motivi in molti dopo l’assunzione del caffè corrono in bagno. Inoltre contribuisce al furto di pregnenolone ormone dal quale hanno origine gli estrogeni, favorendo l’instaurarsi di estrogeno dominanza.
  • Riduci lo stress: Ti ho già parlato dello stress e delle sue conseguenze. E’ importante imparare a gestirlo e riportare in equilibrio il profilo ormonale. In parte ti verrà in aiuto l’alimentazione ma devi aiutarti anche attraverso degli esercizi di respirazione che rimettano in equilibrio il sistema simpatico (che prevale sotto stress) e il parasimpatico. Tutti i giorni effettua per almeno 3 volte al giorno, degli esercizi di respirazione diaframmatica. Mettiti seduta comoda con il busto eretto e le gambe a penzoloni. Inspira profondamente e poi espira lentamente. Ripeti per 5 minuti questo esercizio. Se puoi iscriviti ad un corso di yoga o di pilates in modo da lavorare molto sulla respirazione. Non andare mai a dormire carica di pensieri che ti impedirebbero di prender sonno o di dormire serenamente. Usa la tecnica del diario segreto, la sera prima di metterti a letto, scrivi i tuoi pensieri sul tuo diario, in questo modo andrai a dormire più leggera. Impara a dire di no ai troppi impegni, alle situazioni che ti creano ansia e stress. Impara a delegare e a chiedere aiuto, non puoi fare tutto tu. E’ fondamentale riconoscere i propri limiti, fermarsi e imparare a chiedere aiuto agli altri.
  • Cura la tua alimentazione: Elimina dalla tua dispensa i dolci, i dolcificanti, le cioccolate scadenti ed i biscotti. Punta sempre all’equilibrio glicemico ad ogni tuo pasto quindi abbina sempre i carboidrati a dei grassi buoni e a delle proteine ad alto valore biologico. E’ importante utilizzare solo cibo vero e materie prime di qualità.

– I carboidrati da preferire sono i cereali a chicco e gli pseudo cereali (orzo, farro, riso, miglio, quinoa, grano saraceno), molto più occasionale il consumo di pasta preferendo la pasta di farro o di grano saraceno alla pasta di grano.

Se hai difficoltà a prender sonno o hai frequenti risvegli, riserva una porzione di carboidrati per il pasto serale, vedrai che ti concilieranno il sonno.

– Non lesinare nell’uso dei grassi buoni (olio di oliva extra vergine, olio di semi di lino, avocado, frutta secca e semini).

– Scegli di consumare il pesce almeno 3 volte a settimana per garantire un adeguato apporto di omega 3. Prediligi il pesce azzurro che ne è più ricco. Il pesce deve essere pescato e di piccole dimensioni per non favorire l’accumulo di metalli pesanti, inoltrè avrà un carico maggiore di omega 3.

– Limita il consumo di carne rossa, preferendo quella proveniente da allevamenti al pascolo.

– Consuma liberamente le uova purchè siano biologiche e provenienti da galline ruzzolanti.

– Limita il consumo di carne e pesce conservato ricchi in nitriti, conservanti e sale.

–  Consuma con moderazione carne bianca preferendo sempre quella proveniente da animali all’aperto.

– Elimina il caffè o assumine al massimo uno al giorno entro le 9.00 del mattino.

– Fintanto che i tuoi sintomi non saranno migliorati evita i legumi, ricchi in antinutrienti e difficili da digerire.

– Evita l’uso di latticini, poiché stimolano la produzione di insulina e a causa delle caseine in essi contenuti, accendono l’infiammazione intestinale.

– La frutta è ricca di vitamine ma va assunta con moderazione a causa del suo contenuto in zuccheri. Prediligi la frutta povera in zuccheri ma ricca in antiossidanti (mirtilli, frutti di bosco, lamponi, fragole) e la frutta ricca in vit C per il suo potere antiossidante (agrumi, kiwi).

– Non dimenticare di accompagnare ogni pasto con una porzione di verdure di stagione. La flora batterica sana va nutrita ed il loro cibo preferito sono proprio le fibre contenute nelle verdure e nei cereali in chicco.

  • Attenzione alla predisposizione genetica: se in famiglia ci sono parenti con malattie genetiche o autoimmuni, allora potresti aver ereditato anche tu la predisposizione a sviluppare una malattia autoimmune (sono malattie a base infiammatoria con progressione cronica). Purtroppo non si può intervenire sulla predisposizione genetica ma sicuramente si può agire sul tenere a bada tutti i fattori che potrebbero scatenare il manifestarsi della patologia, motivo per cui lavorare sin da ora sui 4 passi indicati fino ad ora, aiuterà a ridurre il rischio di sviluppare una malattia autoimmune.

Per aiutarti a ritrovare il tuo benessere e tornare ad avere una pancia piatta, ti farò un piccolo regalo.

Potrai scaricare a titolo gratuito una piccola guida che ti racconterà le proprietà e gli usi di 4 superfoods. Sono alimenti da tempo conosciuti ed usati ma di cui probabilmente non conosci le proprietà e per questo potresti averli messi un pò da parte. Per poter ricevere il tuo regalo.

Compila il form e lo riceverai alla tua email

Articoli correlati che potrebbero interessarti

Stress: come gestirlo

Ogni giorno sentiamo parlare di Covid 19 e forse questo articolo sembrerà arrivare troppo tardi ma in realtà non è così. Ora più che prima, possiamo usufruire di informazioni da parte dei vari reparti in Italia e nel Mondo che hanno raccolto il maggior numero di contagi.
Facciamo un piccolo ripasso: la malattia COVID 19 è causata da un virus ad RNA, il SARS-COV2, imparentato con il virus della SARS e quello della MERS-CoV. Come ben sapete questo virus è molto contagioso ed ha una ampio spettro clinico: infezione asintomatica, lieve infezione del tratto respiratorio superiore, grave polmonite con insufficienza respiratoria fino al ricovero in terapia intensiva e alla respirazione assistita. Sono stati identificati diversi fattori che portano alla progressione della polmonite da SARS-Cov2, tra questi la presenza di patologie (cancro, malattie renali, cardiopatie, epatopatie), l’età, il fumo. L’indagine di alcuni parametri ematici (es. prealbumina) sembrano essere predittivi per la prognosi della malattia ad indicare che la presenza di malnutrizione proteica correla positivamente con la progressione verso l’insufficienza respiratoria e la ventilazione meccanica. Grazie ad uno studio multicentrico denominato Nutri-Covid19 è emerso che una percentuale alta di soggetti affetti da Sars-Cov2 presentava un BMI maggiore a 26 (sovrappeso) e che la presenza di caratteristiche tipiche della sindrome metabolica quali diabete, dislipidemia, resistenza insulinica  costituisce un fattore predittivo dello sviluppo di complicanze più severe quale l’insufficienza respiratoria grave. Si è osservato, inoltre, che l’esordio di questa malattia coincide con un notevole aumento di citochine infiammatorie della famiglia delle interleuchine (IL-1 e la IL-6) a conferma del ruolo che l’infiammazione svolge nei confronti del nostro sistema immunitario modulandolo negativamente. Ho parlato di sovrapeso/obesità e di malnutrizione proteica. La domanda potrebbe sorgere spontanea…come può una persona in sovrapeso (e quindi che mangia tanto), essere malnutrita?
La risposta è semplice e forse può sembrare contradditorio ma sovrappeso non significa ben nutrito, significa solo ipernutrito. Si parla di malnutrizione perchè il soggetto con eccesso ponderale tende a mangiare tanto e male, tutto ciò a scapito della massa magra e dei micronutrienti essenziali. Ciò rende queste persone più suscettibili ad infezioni e patologie perchè per assurdo sono più deboli e più infiammati. L’eccesso di massa grassa a livello epatico e addominale (per intenderci la classica pancia dura al tatto) innesca una serie di meccanismi infiammatori, con rilascio di citochine pro-infiammatorie che vanno ad alimentare lo sviluppo di altre patologia quali sindrome metabolica (o fegato grasso), l’insulino-resistenza, dislipidemie, diabete. Se a ciò aggiungiamo lo stress, lo stile di vita sedentario, l’uso di alcolici ed il fumo, il risultato sarà un sistema immunitario inadeguato a far fronte all’attacco di virus , batteri e funghi. Quando parliamo di malnutrizione, infiammazione, stress cronico e sonno disturbato, inevitabilmente ci troviamo a dover parlare di carenze micronutrizionali (vitamine e sali minerali)
Come ben saprete i nostri “soldati” sono coordinati dal sistema immunitario che funziona in sinergia con altri organi. Per poter funzionare al meglio ha bisogno di una serie di micronutrienti quali le vit A, C ,D, E, B, B12, e il ferro, lo zinco, il rame, il magnesio ed il selenio. In che modo questi microelementi sostengono il nostro sistema immunitario? Vediamoli uno ad uno.

Vit D3: oggi all’attivo abbiamo oltre 4000 studi che dimostrano il ruolo della Vit D nella modulazione del sistema immunitatio innato e acquisito, essa promuove l’integrità della barriera epiteliale. La somministrazione giornaliera di vit D (dosaggio in base all’età) garantisce un miglior supporto al nostro sistema immunitario.

Lo zinco supporta il sistema immunitario con meccanismi diversi rispetto alla vit D  modulando la produzione di anticorpi.

Il selenio lavora su immunità innata ed adattative e modula le citochine proinfiammatorie, ha azione protettiva sulle cellule da stress ossidativo e ha un effetto diretto contro i virus riducendone la virulenza.

Il magnesio modula la proliferazione ed il differenziamento dei linfociti B e T, interviene nella produzione di anticorpi ed è cofattore di enzimi che intervengono nell’attivazione della vit D.

La barriera intestinale è la prima barriera contro l’attacco di batteri e virus è quindi la prima linea di difesa del nostro sistema immunitario. il 70% del sistema immunitario ha sede nell’intestino ed è modulato dal microbioma attraverso la produzione di acidi grassi a catena corta attraverso le quali educa il sistema immunitario a sviluppare tolleranza verso il self e a rispondere contro i patogeni. Supportare e curare l’intestino diventa necessario se si vuole godere di difese immunitarie forti.

La curcuma è una pianta ad effetto antinfiammatorio ed è un modulatore del sistema immunitario (innata e adattativa)

La boswelia ha la stessa funzionalità della curcuma migliorando la sintesi di anticorpi e la sitesi adi mediatori dell’infiammazione. Gli estratti vegetali di entrambi sono utili per lavorare sull’infiammazione.

Se siamo in condizione dei eubiosi, abbiamo una corretta funzionalita del SI, se invece siamo in disbiosi per diversi fattori, si va ad alterare la struttura del muco con stimolazione del Sistema Immunitario (SI) e produzione delle citochine infiammatorie e alterazione della permeabilità intestinale.

Facciamo un sunto:  In presenza di obesità (grasso addominale) e di patologie metaboliche (diabete, ipercolesterolemia, ipetrigliceridemia, fegato grasso etc) si è maggiormente a rischio perchè a causa di processi infiammatori già in atto  nell’organismo, il virus può trovare terreno fertile ed andare a spingere più forte intensificando ulteriormente la produzione di citochine infiammatorie . Tutto ciò determina un rapido peggioramento della malattia ed una prognosi a più alto rischio. Perchè? perchè il virus in un soggetto infiammato e malnutrito, trova difese immunitarie basse.Un pò come se l’esercito del Covid19 arrivasse al castello dove i nostri anticorpi sono raccolti in difesa, e trovasse il ponte elevatoio abbassato e pronto ad accoglierlo. Se nessuno oppone resistenza, il virus entra nel castello senza alcuna difficoltà.

Cosa possono fare le persone più a rischio? Prima di tutto bisogna ridurre il grasso addominale attraverso una dieta equlibrata è il giusto apporto di fibre che sono metabolizzate dal microbioma per produrre acidi grassi a catena corta. Poi sarà necessario modificare gradualmente il proprio stile di vita muovendosi di più. In ultimo ridurrre il consumo di alcolici e fumo e gestire lo stress.

Se vuoi essere seuito ed indirizzato ad un cambiamento delle tue abitudini alimentari, iscriviti a questo gruppo, troverai supporto, materiale informativo, confronti costruttivi e ricette equilibrate che posso aiutarti nel tuo percorso di cambiamento

https://www.facebook.com/groups/1196690384055806/?epa=SEARCH_BOX

Referenze.

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0899900720301180?via%3Dihub

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S089684112030055X?via%3Dihub

Fra pochi giorni l’ultimo baluardo dei bagordi natalizi arriverà. Sto parlando dell’Epifania, una festa generalmente dedicata ai bambini ma di cui spesso beneficiano anche gli adulti. Ma qual’è la storia dell’epifania? La leggenda dell’Epifania ha radici profonde e solo nel XII secolo la sua leggenda fù collegata alla credenza dei Re Magi. Si racconta infatti che I Re Magi in difficoltà nel cercare il luogo di nascita di Gesù chiesero informazioni ad un’anziana signora che si rifiutò di aiutarli e non volle seguirli per andare a visitare il “bambino”. La donna poi si pentì e dopo aver realizzato un cesto di dolci si mise alla loro ricerca ma non riuscendo a trovarli si fermava ad ogni casa donando dolciumi a tutti i bambini che incontrava. Da quel momento si diffuse l’usanza di lasciare fuori dalla casa gli scarponcini e le calze dei bambini affinché nel suo lungo viaggio la befana potesse cambiarseli o meglio augurandosi fossero riempiti di dolciumi!

In passato la calza dell’Epifania era molto diversa rispetto a quella della nostra tradizione. I bambini buoni ricevevano frutta oleosa, mandarini e frutta essiccata; quelli più monelli ricevevano ortaggi poco graditi come carote, cipolle ed il famoso carbone.

Oggigiorno le nostre calze sono stracolme di dolciumi di ogni tipo, biscotti, patatine e spesso si aggiungono anche altri doni come giocattoli o libri. Ricordo che la mia befana, mi lasciava sempre caramelle e cioccolattini, aggiungeva noci, mandarini e se ero stata monella, un pò di carbone. Accanto alla mia calza lasciava sempre dei quaderni e delle penne nuove per prepararmi al rientro a scuola. Le mie leccornie venivano razionate in modo da poterne godere più a lungo possibile e mi duravano anche molti mesi perchè comunque a casa mia non c’era abitudine di avere quotidianamente a disposizione certi alimenti ed io cercavo di godermeli il più a lungo possibile.

Oggi che sono una adulta ed una madre, credo che quello fosse un modo saggio di gestire l’accesso ai bambini al Junk Food. Spesso i bambini mi raccontano che la loro calza se la sono mangiata tutta nel giro di una giornata o di pochi giorni, senza dimenticare che molti bambini hanno accesso giornalmente a cioccolata, merendine, biscotti, patatine.

Ma lo scopo di questo articolo è quello di darvi indicazioni per la scelta di leccornie gourmet da poter inserire nella calza dei vostri bimbi ma anche in quella del proprio compagno o della vostra amica/o, da consumare con moderazione nel corso delle settimane successive!

La cioccolata: purtroppo le cioccolate in commercio, quelle più pubblicizzate , quelle più comprate (ahimè) sono tutto fuorchè salutari per noi ed i nostri bambini. Basta leggere l’etichetta nutrizionale per rendersene conto! Lo zucchero è sempre al primo posto, il cacao utilizzato è nelle retrovie e la sua qualità è piuttosto scadente. Perchè non abituare i nostri bambini a del buon cioccolato? Esistno molte aziende che lo producono. E’ importante che ingredienti come cacao, burro di cacao e massa di cacao siano i primi a comparire nella lista ingredienti, ma non solo, per essere di qualità, dobbiamo anche valutare quali sono le fave di cioccolato utilizzate per la loro produzione ed i trattamenti che hanno subito (ottima la cioccolata raw). Ottimo il cioccolato criollo, la cioccolata che utilizza fave dell’Ecuador o dalla Repubblica Domenicana, avranno un aroma molto più intenso.

Lo zucchero, meglio se integrale grezzo o lo zucchero di cocco ma…cosa fondamentale…deve occurare il terzo  o al masimo il secondo posto nella lista degli ingredienti. Puntate su ciocclata fondente al 70 – 100%, avrà un contenuto di zucchero inferiore.

Troverete presso le aziende che producono cioccolata gourmet, sia le tavolette di cioccolata, sia cioccolattini in formato degustazione ,che cioccolata con nocciole o altre tipologie di frutta secca.

Oltre alla classica tavoletta di cioccolato o al cioccolattino, si potrebbe pensare di inserire anche delle fave di cioccolato semplici o ricoperte di cioccolato fondente.

Per i cultori del cioccolato, un ‘idea molto carina, sarebbe quella di aggiungere alla calza un libro! Consigliatissimo il libro Cioccolato.Teobromina 650 mg, scritto dalla collega Arianna Rossoni. Un bugiardino dove troverete tutte le informazioni su pregi del cioccolato e scelta a quello giusto. Vi lascio il lnk per l’acquisto Cioccolato.Teobromina 650 mg

Cioccolato che passione

Cioccolato che passione

Creme spalmabili: perchè non aggiungere alla nostra calza delle deliziose creme spalmabili? Ne esistono per tutti i gusti, l’impostante è che siano fatte con il 100% di frutta secca. Potreste prendere una crema 100% alle nocciole, alla mandorla, al pistacchio o ai semi di sesamo (crema Tahin, importantissima fonte di calcio). Per gli amanti degli arachidi esiste anche la crema 100% di arachidi. Possono essere utilizzate al mattino da spalmare su pane o fette biscottate o in aggiunta al vostro yogurt bianco oppure potete spalmarla sulla frutta per rendere gustosa la merenda del pomeriggio, ancora arricchire un frappè alla frutta con un cucchiaino di crema spalmabile.

Per gli amanti del cioccolato esistono creme alla nocciolae cioccolato ma attenzione! Anche qui in commercio troviamo prodotti di scarsa qualità sia per ingredienti che per materie prime!Un’ottima crema di nocciole e cioccolato deve essere prodotta con almeno il 50% di nocciole possibilmente IGP (quindi al rpimo posto nella lista degli ingredienti!!). Al secondo posto nella lista ingredienti ci deve essere il cacao e lo zucchero (integrale grezzo o dolcificanti acalorici o sciroppo di agave) deve essere posizionato alla fine della lista ingredienti. Consiglio? Usare con moderazione, crea dipendenza!! Scoprirete che la vera crema di nocciole e cioccolato ha un gusto molto intenso e deciso ben lontano dai prodotti commerciali più noti.

Frutta secca e frutta disidratata: come dicevo, in passato nella calza si aggiungeva della frutta secca o frutta disidratata. Ebbene perchè non continuare a farlo? Potete comprare  noci, nocciole, anacardi, noci di macadamia, noci del brasile. Sapete che la frutta secca è una fonte di acidi grassi buoni, magnesio, selenio, potassio, vit B e vit E? Allora perchè non inserirle nella calza e utilizzarla per la merenda o per la colazione di piccoli e grandi?

Aggiungete anche qualche confezione di frutta disidratata (banane, prugne albicocca, chips di mela), fate attenzione a scegliere frutta disidratata senza l’aggiunta di zuccheri altrimenti il carico zuccherino diventerebbe eccessivo. Ovviamente la frutta disidratata non và a sostituire la frutta fresca ma sarà semplicemente una gradevole aggiunta da poter inserire a colazione (nel muesli, nello yogurt, nella preparazione di dolci fatti in casa) o per lo snack. al posto della merendina potreste dare ai vostri figli un pò di frutta secca ed un pò di frutta oleosa. La merenda sarà sana e sopratutto nutriente nel modo giusto.

Caramelle: per gli amanti della liquirizia è possibile acquistare caramelle o stecche di liquirizia pura. Attenzione alla pressione! chi soffre di pressione alta non dovrebbe abusare della liquirizia!

Patatine in busta: hanno l’inconveniente di essere fritte e il problema non è soltanto il fatto che siano fritte (certo danno un notevole apporto calorico, eccessivo per una merenda) ma anche l’olio industriale utilizzato per questa cottura. Certo non le possiamo considerare un’alimento gourmet e quindi sono da escludere dalla nostra calza, ci sono però delle valide alternative. Si possono acquistare chips di patate dolci o di platano o di barbabietola essiccate e non fritte. Saranno ugualmente croccanti, saporite e meno caloriche di una busta di patatine fritte. Anche qui potete sbizzarrirvi con le diverse possibilità!

Chips veggie

Chips veggie

Tutto ciò che è stato consigliato fin ora si adatta perfettamente sia alla calza dei più piccoli che degli adulti.

Nella calza di un adulto si può pensare anche di aggiungere qualche miscela di tè o di tisane selezionate o qualche miscela di caffè se è un amante del caffè gourmet.

La vostra calza sarà varia, ricca e sopratutto i sapori saranno indimenticabili! Una calza del genere non può essere consumata tutta in un giorno ma è obbligatorio distribuire queste prelibatezze nel corso delle settimane, gourmet non vuol dire che potete abusarne perchè meno calorica, vuole dire che state imparando ad apprezzare i sapori veri degli alimenti e che state imparando a scegliere gli  con più consapevolezza!

Vi auguro una buona Epifania e sopratutto ricordate che…l’Epifania, tutte le feste porta via 😉

Epifania

Epifania

L’endometriosi è una malattia cronica e ormone-dipendente caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina.

Il tessuto endometriale può localizzarsi all’esterno dell’utero (endometriosi esterna), oppure all’interno dell’utero (adenomiosi).

Le cause che portano allo sviluppo dell’endometriosi sono attualmente sconosciute, si pensa tuttavia che siano multifattoriali e comprendano fattori ambientali e predisposizione genetica. Questa malattia colpisce il 5-15% delle donne, il 30-50% delle quali soffre di sterilità.

L’ adenomiosi può essere asintomatica oppure avere sintomi come dismenorrea, menorragia, aumento del volume dell’utero.

L’endometriosi esterna ha sintomi quali dismenorrea, dolore pelvico cronico, dolore durante la minzione e la defecazione, ematuria ciclica, dolori inguinali ciclici, dolore durante i rapporti sessuali, ovaie ingrossate e dolenti, stanchezza fisica cronica. Negli ultimi anni questa forma di endometriosi sta prendendo il sopravvento rispetto all’adenomiosi. I sintomi possono variare sia per intensità che per tipologia, ciò accade perché essendo il tessuto endometriale in eccesso ormone-dipendente, risponde agli stimoli ormonali comportandosi come l’endometrio uterino, accrescendosi e sfaldandosi. Tutto ciò crea un’infiammazione cronica nell’area interessata responsabile dei sintomi legati alla malattia.

L’infiammazione cronica comporta a lungo termine, il danneggiamento degli organi interessati causando cicatrici, aderenze, produzione di tessuto fibroso anomalo.

Di recente è emerso il ruolo del microbioma nella modulazione di tutte le patologie estrogeno-dipendente (come l’endometriosi).  Il microbioma intestinale è influenzato dalla presenza degli estrogeni ma al contempo regola esso stesso i livelli degli estrogeni circolanti attraverso la secrezione di β-glucuronidasi, un enzima che trasforma gli estrogeni da forma coniugata a forma deconiugata (forma attiva), la forma deconiugata viene immessa nel torrente circolatorio e va a legarsi ai propri recettori (ER-alfa e ER-beta) stimolando l’attivazione genica e gli effetti epigenetici della cascata intracellulare.

L’epitelio intestinale è in salute quando è composto da 4 phyla batterici: Batteriodi, Firmicutes, Actinobatteri e Proteobatteri. L’equilibrio fra queste specie batteriche è la chiave per mantenere l’omeostasi e l’immunità intestinale. In un intestino sano il 90% del microbioma è costituito da Firmicutes e Batterioidi con un rapporto Firmicutes/batteriodi basso.

Uno squilibrio fra le diverse specie batteriche porta alla disbiosi , essa riduce la diversità batterica, aumenta il rapporto Firmicutes/ Batterioidi causando la produzione di metaboliti che favoriscono una risposta infiammatoria. Le giunzioni cellula-cellula si riducono portando ad un’ aumento della permeabilità intestinale (leaky gut) che permette ai batteri di spostarsi in altre sedi con conseguente infiammazione sistemica.

Come si relaziona ciò con l’endometriosi?

L’integrità dell’epitelio intestinale può essere modificata dagli estrogeni. Diversi tessuti, tra cui l’intestino, espongono i recettori per gli estrogeni. E’ importante sapere che i fitoestrogeni sono metabolizzati nello stesso modo degli estrogeni e sono in grado di legare i loro stessi recettori.

In caso di disbiosi intestinale, l’equilibrio fra estrogeni e fitoestrogeni viene alterato, la minore diversità microbica porta ad una riduzione della deconiugazione con conseguente riduzione degli estrogeni circolanti. L’alterazione degli estrogeni circolanti può contribuire allo sviluppo di: obesità, sindrome metabolica, cancro, iperplasia dell’endometrio, endometriosi, sindrome dell’ovaio policistico, infertilità, malattia cardiovascolare (CVD) e alterata funzionalità cognitiva.


Quali esami fare per una corretta diagnosi?

E’ necessario rivolgersi ad uno specialista ed gli esami da effettuare sono visite ginecologiche, esplorazioni rettali, risonanza magnetica, ecografie pelviche e transvaginali, ricerca nel sangue di alcuni antigeni sierici (Ca 125 , Ca 19.9 ecc.)

La diagnosi è spesso ritardata di almeno 7 anni, le donne affette da endometriosi manifestano sintomi sovrapponibili a quelli del colon irritabile (IBS) come costipazione, meteorismo, flatulenza, dolori addominali, sensazioni di evacuazioni incomplete ciò in parte può rendere più complicata la diagnosi. A ciò bisogna aggiungere che le adolescenti  in età fertile di frequente confondono i loro sintomi con quelli semplice dismenorrea che trattano con FANS ritardando ulteriormente la diagnosi.

Terapia

La terapia consiste nell’uso di FANS (antiinfiammatori) o nell’uso di progestinici ( spesso la pillola anticoncezionale) o nell’intervento chirurgico tramite laparoscopia finalizzato alla rimozione dell’endometrio.

Dieta ed endometriosi

Numerosi studi hanno dimostrato che alcuni alimenti possono modulare i fattori di rischio per l’endometriosi. Gli ortaggi, la frutta, il pesce e i grassi omega 3, sono correlati ad una riduzione dei fattori di rischio per l’endometriosi. Al contrario l’uso di carne rossa, grassi trans e grassi animali, alcool,  aumenta il rischio di endometriosi e peggiora i sintomi. E’molto importante ridurre l’infiammazione e mantenere la quiete ormonale, per far ciò bisogna bisogna seguire le indicazioni sottostante: 

Cosa ridurre ?

  • Alimenti ricchi in omega 6 (cibi confezionati, margarine, olio di soia ,di mais, di colza, crackers, grissini, piatti precotti etc)  poiché mediano la risposta infiammatoria. Essi  sono ovunque per cui è consigliabile leggere attentamente le etichette nutrizionali prima di acquistare un prodotto
  • Carne rossa, latte e derivati favoriscono la sintesi di prostaglandine pro- infiammatorie
  • I carboidrati ad alto indice glicemico stimolano la produzione di insulina (iperinsulinismo) favorendo la produzione di estrogeni
  • Alcool e caffè, il primo riduce la funzionalità epatica rallentando la demolizione degli estrogeni, il caffè peggiora i sintomi
  • Segale e avena perché contengono sostanze estrogeno-simili che possono peggiorare i sintomi e favorire la progressione della malattia
  • Alimenti contenenti glutine (pasta, pane, pizza etc), numerosi studi mostrano una correlazione tra la riduzione del glutine ed il miglioramento dei sintomi
  • Eliminare tutti i prodotti a base di soia poichè contengono fitoestrogeni.

Cosa aumentare ?

  • Cereali integrali poichè mantengono costante la produzione dell’insulina
  • Cereali e farine prive di glutine (riso integrale, grano saraceno, miglio, quinoa, amaranto, farina di castagne) per migliorare la sintomatologia (meteorismo, crampi, dolori pelvici, stanchezza )
  • Olio di oliva extra vergine prima spremitura a freddo ottimo alleato contro l’infiammazione cronica
  • Alimenti ricchi in omega 3 (pesce azzurro, olio di semi di lino) per contrastare l’infiammazione
  • Frutta e verdura (consigliate 2 porzioni al giorno di frutta e 3 porzioni di verdura) ricche in antiossidanti e vitamine

Si consiglia inoltre, di ridurre il consumo di sigarette poiché favoriscono lo stress ossidativo.

Condurre uno stile di vita attivo e mantenere un peso corporeo adeguato poiché l’endometriosi è una malattia caratterizzata da un eccesso di grassi. Maggiore è il peso corporeo, maggiore sarà la percentuale di massa grassa e di conseguenza la produzione di estrogeni.

Bibliografia

Gastrointestinal symptoms among endometriosis patients–A case-cohort study.

Ek MRoth BEkström PValentin LBengtsson MOhlsson B

BMC Womens Health. 2015 Aug 13;15:59.

Factors Associated with Severity of Irritable Bowel Syndrome Symptoms in Patients with Endometriosis

Caroline E. Lee, MD,Paul J. Yong, MD, Christina Williams, MD, Catherine Allaire, MD

Journal of obstetrics and gynaecology Canada . February 2018Volume 40, Issue 2, Pages 158–164

Estrogen-gut microbiome axis: Physiological and clinical implications.

Baker JM, Al-Nakkash L, Herbst-Kralovetz MM.

Maturitas. 2017 Sep;103:45-53. doi: 10.1016/j.maturitas.2017.06.025. Epub 2017 Jun 23. Review.

Influence of diet on the risk of developing endometriosis.

Jurkiewicz-Przondziono J1, Lemm MKwiatkowska-Pamuła AZiółko EWójtowicz MK.

Ginekol Pol. 2017;88(2):96-102. doi: 10.5603/GP.a2017.0017.

New evidence in endometriosis.

Signorile PG1, Baldi A2.

Int J Biochem Cell Biol. 2015 Mar;60:19-22. doi: 10.1016/j.biocel.2014.12.019. Epub 2015 Jan 9.

Gluten-free diet: a new strategy for management of painful endometriosis related symptoms?

Marziali M1, Venza MLazzaro SLazzaro AMicossi CStolfi VM.

Minerva Chir. 2012 Dec;67(6):499-504.

Estrogen-gut microbiome axis: Physiological and clinical implications.

Baker JM1, Al-Nakkash L2, Herbst-Kralovetz MM3.

Maturitas. 2017 Sep;103:45-53. doi: 10.1016/j.maturitas.2017.06.025. Epub 2017 Jun 23.

Alimentazione e donne – l’endometriosi

Sito web di Alimentazione in equilibrio